Trent’anni, nella vita di una persona, sono sempre una ricorrenza particolare ed importante; e questo trentennale del 22° Corso di Accademia è stato, per tutti quelli che vi hanno preso parte, un’esperienza davvero indimenticabile!
Complici un tempo clemente ed un “ponte lungo”, abbiamo potuto ritrovarci in tanti, accademisti e consorti, nella bellissima Orvieto, densa di storia millenaria; città del vino, delle ceramiche, dei merletti e delle mille grotte, come già scriveva il Petrarca.
E che dire poi, della splendida ospitalità che tutti noi abbiamo ricevuto alla Caserma “Piave” (che, con il suo alto torrione, è ormai parte integrante del tessuto urbanistico dell’etrusca cittadina) - sede del 3° Reggimento “Guardie” dei Granatieri di Sardegna - dal suo Comandante, Colonnello Giancarlo CORTESE che, insieme alla gentilissima signora Rosy, ci hanno coccolati premurosamente, impegnandoci in visite culturali e gastronomiche particolarmente interessanti, accurate e... deliziose, oltre a darci il gusto della convivialità e dell’amicizia, seduti intorno ai tavoli della “Piave”, con dei menù a dir poco succulenti.
Non v’è dubbio che anche chi aveva già visitato questa città, una delle più singolari d’Italia, ha comunque potuto scoprire altri angoli nascosti o tesori di cui non conosceva a fondo la storia.
Ed è stato bello vedere in questo raduno i nostri compagni di vita illuminarsi e gioire nel ritrovarsi - alcuni dopo molti anni - e ridiventare i ragazzi (o ragazzacci, se preferite) di tanto tempo fa, con i nomignoli affettuosi, le antiche battute mischiate agli “amarcord” e a qualche momento di nostalgia, i sorrisi, gli abbracci e le grandi pacche sulle spalle ma, soprattutto, al sentirsi parte di una stessa grande “famiglia“: l’Accademia di Modena.
Credo sinceramente, da parte mia, che più di qualche moglie sarà rimasta sorpresa e commossa nel sentire il fortissimo legame che, al di là del tempo e della storia personale di ciascuno non necessariamente simile (alcuni addirittura hanno lasciato l’Accademia prima della fine del Corso o subito dopo), consente a questi nostri “ragazzi”, malgrado tutto, di essere sempre e comunque “quelli del 22° Corso”.
Di tutto questo, ovviamente, bisogna ringraziare l’infaticabile Capo Corso Amilcare Casalotto, da sempre impegnato (ma vorrei dire votato) nella buona riuscita di questi raduni - siano essi quelli annuali oppure gli altri - con una generosità davvero encomiabile.
Le visite al Duomo di Orvieto ed al Museo Etrusco, il sabato pomeriggio, sono state veramente complete ed istruttive. Merito della nostra guida, signora Pallucco: una miniera di informazioni, storie ed aneddoti non solo sulla città, ma anche sulle singole opere. Memorabile rimarrà per noi la storia della Cappella del Corporale, quella dei singoli affreschi (chi si era mai accorto, ad esempio, degli affreschi con la storia dei bambini ebrei o di quella dell’Anticristo, senza parlare della rappresentazione di un esorcismo) e quella del Reliquiario del Corporale. Anche al Museo, l’enciclopedica cultura - e bravura - della signora Pallucco ha saputo renderci partecipi dei tesori raccolti in quel luogo.
Il giro turistico è poi proseguito nella cosiddetta “Grotta del Mulino” dove l’archeologo ed appassionato etruscologo, Dr. Claudio Bizzarri, ci ha guidati nei meandri della “Cittè sotterranea”, un dedalo di grotte nascoste nell’oscurità silenziosa della roccia (di cui però, causa la mancanza di tempo, non abbiamo potuto vedere che una minima parte). E già si erano fatte le diciannove quando, attraverso le viuzze della città medievale, ci siamo ritrovati, insieme agli ultimi arrivati, per un aperitivo alla meravigliosa cantina di Adriano. Altro che aperitivo! Altro che cantina! Quella di Adriano e della sua gentile consorte è una vera città del vino: migliaia di bottiglie di tutti i generi, ben allineate nelle varie grotte e grottine che compongono questo posto davvero unico nel suo genere. Si scende, si sale, ad ogni angolo una scoperta. E poi, ci aspettava un buffet davvero eccezionale, fatto di “gourmandises” e prodotti locali. Un delirio per la nostra affamata stanchezza. Peccato che fosse così tardi e che, alla Caserma Piave, ci aspettasse ancora una cena fantastica a cui, malgrado “l’aperitivo” con contorno mangereccio da Adriano, tutti noi abbiamo fatto onore.
E, a questo proposito, non possiamo non rivolgere un caloroso grazie anche ai ragazzi della “Piave” che hanno così deliziosamente cucinato per noi e servito a tavola, senza dimenticare il simpatico Tenente Silvio Manglaviti anche lui appassionato etruscologo che si è prodigato in mille modi, facendoci amorevolmente da... “balia” in modo che fossimo completamente a nostro agio in ogni momento.
E poi,finalmente, tutti a nanna, felici e stanchi.
Certo, c’è anche chi ha dormito poco perché è rimasto a chiacchierare con gli amici fino all’alba, o chi, invece, è stato svegliato ogni quarto d’ora dal battito dell’orologio della torre. Però, ragazzi, che giornata!
Domenica, la sveglia è suonata forse troppo presto per molti; ma comunque, dopo la colazione alla “Piave”, un foltissimo gruppo di... infaticabili, si è avviato per scendere (e risalire) i circa 500 scalini del famosissimo “Pozzo di San Patrizio”. Sono sicura che in tanti sono rimasti meravigliati ed affascinati da questa costruzione cinquecentesca e dal caleidoscopio di colori che si vede quando, raggiunto il ponticello in fondo al pozzo, si guarda in alto, verso la luce.
E di nuovo, tutti a sciamare per le stradine medievali di Orvieto, tra le mille botteghe artigiane, ed ammirare le famose ceramiche, i vasellami, le sculture in legno e quelle in ferro o in rame, i vasi, i piatti, le anforette, in attesa dell’appuntamento nella Sala Consiliare con il Sindaco, Dr. Stefano Cimicchi - nipote della Medaglia d’oro, Generale di Squadra Aerea Cimicchi - che, nel breve saluto agli Allievi del 22° Corso di Accademia, ha ricordato i suoi trascorsi nei Granatieri di Sardegna, facendo dono al “Corso” di una preziosa ceramica, dono ricambiato con il Crest del 22° Corso.
Ma il “clou” di questo raduno, è stato la Messa solenne nel Duomo, officiata da Padre Gian Franco Maria Chiti - già dell’ 82° Corso di Accademia e del 3° Granatieri - che, con commozione, nella sua omelia ha ricordato i suoi anni da militare, rivolgendo un pensiero speciale ai Caduti dell’Accademia e di tutte le guerre.
Tutti però, all’uscita del Duomo, si sono piacevolmente stupiti, e rincuorati, con il tepore dell’aria che contrastava con il freddo austero della chiesa. Ed è stato, allora, una vera delizia mettersi tutti in posa per l’immancabile foto di gruppo.
Comunque, la giornata non era finita perché ci aspettava ancora un pranzo luculliano alla “Piave”; e quando, verso le 17.30, dopo i saluti, i brindisi, le comunicazioni del Capo Corso ed il regalo per tutti, ci siamo alzati, pronti a riprendere la strada verso casa, ci sentivamo tutti più felici, solidali, contenti di aver vissuto insieme questi due giorni, di esserci ritrovati o conosciuti e, soprattutto, di far parte della grande famiglia del 22° Corso di Accademia. Anche noi Signore!
Grazie a tutti, dunque, organizzatori, accademisti e, perché no, anche a noi, vostre compagne di vita e... Arrivederci al prossimo Raduno del 22° Corso che si terrà, come ha annunciato il Capo Corso Casalotto, in occasione del 35° anniversario dell’ingresso in Accademia.