Prima che questa cerimonia, serena e avvincente,
abbia inizio, consentitemi, Ufficiali del 22º Corso, di ricordare un Allievo che un tragico
destino ha impedito di essere qui con noi, oggi. Invito tutti, e a maggior ragione coloro che
con Lui hanno diviso giorni lieti e momenti di impegno in questo Istituto, ad elevare un
pensiero affettuoso alla memoria di Leopoldo ANASTASIA, che un tragico appuntamento con il suo
destino ha rapito all’affetto dei Suoi cari e di noi tutti, mentre, ci piace ricordarlo così,
aveva negli occhi e nel cuore i pensieri ricchi di nostalgia e di amore che accompagnano i
nostri Allievi al rientro dalle licenze.
Il 166º Corso, già duramente colpito dalla
scomparsa del Suo precedente, indimenticabile Comandante, il Ten. Col. GENCO, riserbi in
un angolo del suo generoso cuore una luce per ricordare negli anni a venire la figura
ricca di gioventù e di simpatia ed il sorriso vivido e sereno di Leopoldo ANASTASIA.
Allievi del 166º e 167º Corso,
ancora una volta ed a breve scadenza di tempo, ci troviamo riuniti
in questo Cortile d’Onore, al cospetto della nostra Bandiera, per legare con una
significativa cerimonia il passato al presente, per scorrere una pagina della
nostra storia più prossima, per rendere omaggio al 22º Corso, che qui si
ritrova dopo 20 anni per rivivere quell’atmosfera che si forma ed aleggia
tra queste mura, dove è possibile, senza paura di retorica, riprovare oggi le
stesse emozioni, gli stessi sentimenti, gli stessi fremiti di un tempo.
Sappiate trarre dalla loro presenza motivo di
conferma alla vocazione che vi ha portati su questa splendida, ma non facile, strada.
Accettate con fede la fiaccola che oggi vi viene
passata dal 22º Corso e formulate nel vostro animo il proposito di essere degni di
coloro che oggi sono schierati di fronte a voi e che costituiscono una cospicua parte della
struttura di Comando del nostro Esercito e che con dignità, capacità e spirito di sacrificio
ne assolvono le grandi responsabilità.
Ufficiali del 22º Corso,
questo rinnovarsi di incontri, ogni anno, qui nel Cortile d’Onore del Palazzo
Ducale, nel solco di una ormai consolidata tradizione, è motivo per noi di
profonda soddisfazione e di intimo orgoglio.
Noi che continuiamo il lavoro dei vostri educatori
di un tempo, che con piacere vediamo ancora tra di voi, ed i giovani schierati davanti
a voi in atto di omaggio, vi siamo grati perché ci attestate che certi sentimenti non si
perdono con il tempo, ma anzi con il tempo si rafforzano e si convalidano.
Sono certo che le mura, le colonne e gli archi che
ci circondano risveglieranno in voi tanti ricordi e tante emozioni; sono certo che nello
sguardo e nel viso dei vostri vecchi compagni di camerata scoprirete i sentimenti e gli
echi della vostra giovinezza; sono certo che, tra poco, quando renderemo omaggio ai Caduti,
cercherete invano i vostri compagni che, usciti da qui con voi, ora con voi non
sono ritornati.
E avete voluto che con voi fossero le vostre spose,
i vostri figlioli, per far toccare, sentire, respirare questa atmosfera indescrivibile
che avvince ciascuno di noi sin dal suo primo ingresso tra queste sacre mura e che diventa
sangue del nostro sangue e più non ci lascia per tutta la vita.
E la conferma, la riprova della bontà della vostra
scelta di 20 anni fa non la trovate nei vostri più cari ricordi, ma negli sguardi degli
allievi del 166º e 167º Corso, che rendono onore al Vostro Corso, e che da questa
cerimonia traggono la testimonianza più autentica che l’atmosfera che qui si respira
non è fatta solo di memorie, ma di vivente, sempre rinnovata spiritualità.
Essi vi assicurano oggi che il loro impegno continua
con la stessa serietà di intenti, la stessa coscienza e la stessa fede che vi legò alle nostre
Istituzioni vent’anni fa.
Allievi di oggi e Allievi di ieri,
questa immutata continuità di intenti e di pensiero è la
nostra validità di sempre, il nostro più alto titolo d’onore.
Sono ormai più di trecento anni che questo Istituto
tiene fede, con dedizione e sacrificio, a questi impegni e possono testimoniarlo gli oltre
centodiecimila Allievi usciti dai nostri ranghi, garanti, nei nostri confronti, che questa
esuberante carica non si esaurirà nel tempo, ma la ritroveremo intatta al
prossimo appuntamento, ben oltre l’anno duemila, quando il 22º Corso sarà
qui per il suo quarantennale e gli Allievi di oggi saranno al proprio raduno
ventennale, che tutti ci auguriamo sia, come oggi, lieto, sereno e ricco di
rinnovati ricordi.
Interpretando i sentimenti degli ex-Allievi del 22º
Corso, ringrazio il Comandante dell’Accademia Militare per l’indirizzo di saluto e per le
espressioni di stima che ha voluto rivolgerci.
Esprimo altresì la più viva riconoscenza a tutto il personale
del Quadro permanente per il generoso impegno profuso per la perfetta riuscita di questa
significativa cerimonia.
Rivolgo un saluto particolare ai nostri ex-Comandanti,
Insegnanti ed Istruttori che ricordiamo con immutata stima ed effetto, ad essi va la nostra
profonda gratitudine per aver modellato il nostro carattere ispirandosi ai valori più
puri dell’etica militare e per averci indicato un codice morale che ci ha
validamente sostenuto nei frangenti più difficili della nostra professione.
Formulo agli Allievi del 166º Corso
“Dignità” e del 167º Corso “Fermezza”,
schierati in armi, l’augurio di un avvenire fulgido, coronato dal raggiungimento
di traguardi prestigiosi.
Sento il dovere ora di volgere un commosso pensiero ai
nostri Colleghi che un destino inesorabile ha rapito all’affetto delle famiglie ed all’amicizia
di noi tutti.
Hanno lasciato dolorosi vuoti, ma sono spiritualmente qui
accanto a noi il Capocorso Guido LANDUCCI, la Medaglia d’Oro al Valor dell’Esercito Salvatore
FORTUNATO eroicamente sacrificatosi nell’adempimento del proprio dovere di Comandante,
ed ancora: Pasquale BARRESI, Biagio FERRARA, Pietro GALLI, Renzo MARRAI, Gianrolligo PINI e
Sandro SCHIOPPA.
Essi non scompariranno nell’oblio, ma vivranno nei nostri
cuori accomunati nel ricordo di tutti gli ex-Comandanti, Istruttori e Docenti immaturamente
scomparsi.
Amici del 22º Corso, in questa giornata densa di
contenuti evocativi, riviviamo - circondati dall’affettuosa partecipazione dei nostri famigliari
- le ansie, gli entusiasmi, le antiche amicizie, l’incondizionato impegno che hanno
vivificato gli anni della nostra giovinezza.
Tra poche ore, dopo l’ultimo abbraccio, quando l’atmosfera
suggestiva di questa cerimonia si sarà dissolta, ritorneremo alle nostre sedi dislocate in
tutte le regioni d’Italia, dove ci attendono le crescenti responsabilità del diuturno
servizio.
Ci accompagni l’impegno di mantenere forti e sinceri i
vincoli d’amicizia che oggi abbiamo ravvivato, affinché il 22º Corso continui ad
essere “UNA ACIES”, una sola schiera indissolubile, come ora e come vent’anni fa.