Accademia Militare - 22°Corso
Le nostre giornate

Disunione

Catarsi limpidissima
che mozza come lama
la fune spessa e rigida
della forzata scienza
che avvince, tira e stringe
la nostra mente affranta
dalla brutale angoscia
della tremenda pompa.
Ahimè, qual dolce epilogo
quei termini soavi
che dice con affanno
lo scelto o il caposcelto,
oppure chi per essi:
RIPOSO LIBERTA'

Appello dei consegnati

Scivolando, correndo, ansimando
per le scale travolgi ogni cosa
come vento che passa e devasta.
Dove vai, caro allievo, si in fretta,
da sembrar un'orrenda tempesta?
Sono stato punito - risponde -
è sfumata la libera uscita,
e ora vado in quel mesto cortile
a rispondere lesto: PRESENTE!

 

Interrogatorio

Sulla soglia dell'aula infernale,
mentre tremano gli arti e la bocca,
ecco appare la coda che schiocca
dell'aggiunto in un ghigno bestiale.
Con un balzo satanico afferra
la tua gola tremante e indifesa,
poi repente comincia l'offesa:
con quesiti e domande t'atterra.

 
Sulla nera lavagna ti getta
punti fissi, cerniere, vettori,
fomentando poi rossi bollori,
la risposta impaziente egli aspetta.
Ma l'allievo è già giunto al finale
che non trova nè capo nè coda;
e l'aggiunto la lingua ti snoda,
mentre cade il padulo fatale!

 

Note del silenzio

Unico fra mille,
che in ogni lungo giorno
suoni di tromba van segnando l'ore...
tu sol silenzio giungi fino al core.
Calde, soavi, dolci note
che al turbinoso dì scemate l'ira;
mostrate a noi la via
che ai numi adduce della notte e ai sogni,
rendeteci ragion di tanti affanni,
svelateci i segreti dell'oblio.
E poi che tutto tace,
nell'animo fugace
vibri tu ancor silenzio, e siamo felici.