Accademia Militare - 22°Corso
Scorci del XXII

A lui, che gli sedea
sopra l’irsuta schiena,
Chiron si rivolgea
con la fronte serena,
tentando in su la lira
suon che virtude ispira.

 

 

Al professor Caprioli

Operoso, costante, sicuro,
se ti parla ti guarda negli occhi,
chè tu possa carpire col cuore
un istante dell’intimo slancio.
Libertà ti concede sovente
di seguirlo o d’andartene via,
ma poi restan con lui sempre tutti
e con vera passione nel cuore.
I precetti che sempre t’insegna
non ti parlano solo di Fisica,
ma una giusta morale t’addita,
e ti senti che anch’essa ti serve.
Ora guardalo, allievo sagace,
che fra un po’ devi andartene via;
mira ben tutto ciò che t’ha dato,
e in un forte sussurro dì “grazie”.

Al professor Vaona

 Se poc’anzi t’ha detto: “Son guai”,
non temere, saprà cosa fare,
e tu stesso domani vedrai
ch’egli pure ha voluto scherzare.
Prova un poco a seguirlo a lezione!
Sentirai che una mano t’afferra
e ti tuffa tra mille funzioni,
rette, piani, e una linea di terra;
la tua brama s’accresce veloce
e tu guizzi tra fasci e tra stelle,
mentre dolce e severa una voce
ti fa guida tra queste e tra quelle.
Se poc’anzi t’ha detto:”Son guai”,
l’ira sua durerà un sol momento,
e allorquando il tuo esame farai
la sua “palla” più bianca sarà.

 

Al professor Pignedoli

Professore, lo sappiamo che tutto ha una fine, lo sappiamo benissimo che ci sono, ad attenderLa, quei bambocci del I° anno che hanno bisogno anche loro di uscire dalle dande e intraprendere la via di una formazione ecc. ecc.
Non è questo che vogliamo contestare, ci mancherebbe!…  ma, abbia pazienza, Lei forse il problema non se lo è posto; ma, Professore, a noi chi ci pensa?
E’ facile dire “bisogna farsi una ragione”, “le esigenze dell’Istituto”;….sono tutti luoghi comuni, scusi!
La questione va esaminata sotto l’aspetto morale; certamente! Non si può per mesi e mesi parlare sempre di problemi morali e poi d’improvviso, sul più bello, troncare tutto e chi s’è visto s’è visto.
Torino è lontana?… che significa? Si provveda! Forse che adesso non siamo più i virgulti?…   la parte viva dell’Esercito Italiano? Eh!…troppo comodo! Ma…ragioniamo: è vero che Carnot, Gauss, Eulero, Lagrange, Cartesio, Diogene, Pitagora sono morti e quindi, al limite, si potrebbe anche sostenere che tutto quello che Lei ci ha raccontato di loro: vita, morte, miracoli, aneddoti, amori, avventure, è conclusivo, non è più soggetto a sviluppi; Lei ce lo ha detto, noi lo sappiamo…buonanotte e amici come prima. Ma…e tutto il resto? tutto quello che continuerà?…
Abbia pazienza, Professore, ma i teleromanzi sceneggiati della TV non sono mica finiti sa? e il Festival di Sanremo, non si sa ancora bene, ma quasi sicuramente, mutatis mutandis, si ripeterà! e la riforma della scuola? i lanci spaziali? i capelloni? gli orizzonti della Scienza?
Vede, quindi, che non si tratta di cosa da poco; sono problemi vitali, formativi, che, si può dire, non hanno una  conclusione prevedibile.
Che facciamo? li lasciamo appesi così  e arrivederci e grazie?
Tanto per fare un esempio, c’è già scappata l’Eurocanzone, con quella tale Sandie Show che nessuno se la immaginava e che ci ha lasciati disorientati…possiamo continuare a questo modo?
Dice: ma le derivate, gli integrali, le equazioni differenziali…li avete avuti no?…e che centra? queste sono cose ovvie…ma quando abbiamo derivato, integrato ecc….siamo al punto di prima e che facciamo? ci compriamo la radio, il televisore, la Gazzetta dello Sport, i rotocalchi, i fumetti, i Pensieri di Pascal, le Favole di Esopo?…Poi chi ce li commenta?
Vede quindi che Lei è ormai per noi una necessità, un’abitudine, un vizio quasi, Professore, Lei…ma dove va?…Professore! Professore..e..e..!!…

 

Al professor Goldoni

Nella storia dell’Accademia non si era mai verificato, a memoria di cadetto, il caso preoccupante di un professore anti-soprannome.Ne avremmo trovati molti per il nostro Benedetto, Benedetto Professore, ma tutti furono ancora una volta scardinati dall’essere Lui, solo, sempre, terribilmente, Goldoni.
Tutto in lui è ordinato come in una efficientissima Macchina in cui ogni atto di moto ha luogo secondo un ordine ed un equilibrio informati al principio di Torricelli od a quello dei lavori virtuali.
Neppure la più piccola virgola, labile pausa senza importanza nel discorso dei più, sfugge alla rigidità del sistema. La meschina lo tenta! Non sa d’essere una virgola di Goldoni. Cerca lieve di sgusciare più in là, di dibattersi, di sfuggire, ma rimane inchiodata a “quel concetto” da verbi, sostantivi, aggettivi che le si serrano attorno minacciosi. Non ha scampo e capitola (come noi sotto le sue bordate da dodici pollici, precedute dal boato di un’asta vibrata sulla cattedra).
Più libero in Lui il gioco delle mani, unica evasione concessa alla nostra fantasia, ma anche questo misurato ed essenziale:
- testa tra le mani = riflessione e premessa al concetto;
- mani intrecciate = massima difficoltà del concetto;
- mani al panciotto =  esemplificazione del concetto.

Infatti, sotto la giacca, nel taschino sinistro del panciotto
è contenuto quell’indispensabile, meraviglioso, proteiforme strumento che ai nostri occhi di osservatori (solidali) appare come un normalissi­mo “orologio da tasca con catena”, ma che sotto le esperte mani del Maestro, diventa, di volta in volta “pendolo composto”, “catenaria omogenea”, “sistema anolonomo”, tanto che il pensiero che serva anche a scandire il tempo, ci lascia sbigottiti.
Ci perdoni il Maestro la licenza. Noi del resto, consci dei nostri limiti ci accomiatiamo da Lui prendendo a prestito, per autovalutarci, una  delle sue più efficaci espressioni: ZEEEERO!

 

Al professor Forni

Aiutante di campo del professor Pignedoli, nonché propagatore, anzi propugnatore delle Pygnedoli’s theories, il professor Forni si erge maestoso sulla pedana, che per lui assurge alla dignità di ponte di comando. Una moltitudine di allievi pende dalle sue labbra ed ascolta incantata le sue dotte dissertazioni circa l’impiego razionale del tempo, gli integrali fratti, i differenziali totali et similia. Periodicamente il nostro Eroe si interrompe per chiedere con uno smagliante sorriso ai “cari amici” degli ultimi banchi se non sentano l’esigenza di fissare per iscritto gli argomenti base della lezione. Egli, infatti, è un convinto assertore della necessità dello scrivere e ci tenne a mostrarlo fin dalla prima lezione, imprimendo il proprio nome sulla lavagna a caratteri cubitali, affinché non sorgessero equivoci o dubbi di sorta. All’apparenza inoffensivo, il professor Forni spara all’improvviso raffiche micidiali di formule e di teoremi precedute, sia pure, da “mille scuse ai cari amici vicini e lontani” che, sotto questa tempesta, si abbattono inerti senza un lamento. Da buon tattico, come si conviene ad un insegnante dell’Accademia Militare, dopo l’investimento e disarticolazione del dispositivo avversario, passa rapidamente alla fase di annientamento, che si concreta in una serie di paduli diretti agli inevitabili e malaccorti disattenti che... si fanno pescare.Un solo dubbio ci tortura l’animo ancora. Perché, chiarissimo professore, dopo molteplici ed elaborati calcoli, la sua scelta cade irrimediabilmente sugli sventurati delle ultime due file?

 

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E sotto il tavolo dello studio
abbiamo trovato anche Voi,
severi Signori di quei giorni lontani.
Eravate là,
con le Vostre sinossi
un pò ingiallite, ricolme di
disegnetti fatti quando
seduti a studio,
sentivamo tanto,
tanto bisogno di esser lontani...
Allora eravate brutti e
feroci, ma ora,
ora che tanto tempo è passato,
Vi ricordiamo ancora così,
senza severità e le Vostre
fotografie sono stampate
anche nei nostri cuori